Se le tasse colpiscono Banche e “Signori” allora indeboliscono il sistema economico. Il moralismo su misura dei neoliberisti!

22 / 09 / 2025 | Articoli, Notizie | 0 commenti

di Megas Alexandros (alias Fabio Bonciani)

Si torna a parlare di legge di bilancio ed i nostri governanti che ormai hanno accettano, per puro dogma, di autolimitarsi nella creazione della moneta, come al solito sono in grossa difficoltà nel trovare il modo per far quadrare i conti, volendo sostenere finanziariamente chi lavora e gli investimenti pubblici tanto propagandati, senza tassare pesantemente la rendita. Da un trentennio a questa parte, è ormai prassi consolidata come la spesa in deficit dei governi sia interamente dedicati “all’obolo” elitario rappresentato dal reddito da interesse che ricevono sistematicamente banche e grandi risparmiatori, anziché a chi lavora.

La maggioranza degli italiani e i numeri statistici, sono testimoni di come in questi anni il denaro voli via dalle loro tasche per trasferirsi in quelle appunto di chi detiene risparmio e del mondo finanziario. Questo grazie alle note politiche di austerità rese necessarie da chi ci governa per inseguire la frode neoliberista che obbliga gli stati a non spendere la moneta che creano in regime di monopolio. O meglio, tanto per ribadirlo, a non spendere per occupazione e consumi, mentre per il profitto della rendita elitaria, come detto, la spesa del governo in quanto ad interessi è rimasta sempre ricca ed abbondante.

Non solo, la perdita di potere di acquisto e potenzialità di investimento, rispettivamente per famiglie ed imprese, si è allargata ancora di più nel tempo, grazie all’azione dei nostri governi in favore del profitto di alcune lobbies di settore, come quella delle banche e di chi opera nel settore monopolistico dell’energia. Gli utili colossali di questi settori registrati nei bilanci delle loro aziende, sono ormai la realtà contabile sotto gli occhi di tutti, denaro che si materializza nei loro conti bancari. Stiamo parlando di centinaia di miliardi di spesa pubblica e del risparmio privato diffuso, una volta motore della nostra economia, andato in fumo per pagare bollette e rate di prestito sempre più salate; soldi che finiscono nelle tasche di rentiers e banchieri, che poi non hanno nessun ritorno nel nostro sistema economico, sia in termine di tassazione che di investimento. Questo perché la maggioranza di queste aziende ha ormai sede in paesi a fiscalità agevolata e sempre più spesso investono i profitti conseguiti nei mercati finanziari o in paesi dove la marginalità in termini di guadagno nell’economia reale è molto più alta che in Italia.

E’ chiaro che di fronte a questa incresciosa situazione, stante la frode neoliberista ormai divenuta mainstream che condanna il debito e i deficit degli stati, impedendo loro la creazione di tutto il denaro necessario a stabilizzare il sistema economico, l’unica soluzione che il nostro governo dispone per provare ad alleviare le pene degli italiani, è quella redistributiva. In poche parole, intervenire a gamba tesa in stile Robin Hood, in quello che è l’eterno conflitto sociale tra ricchi e poveri, prendendo ai primi per dare ai secondi.

Di fronte ad una economia del paese che viaggia a due velocità ben diverse, dove da una parte ci sono pochissimi soggetti che conseguono profitti colossali e dall’altra la maggioranza che sprofonda sempre più nella precarietà e nei fallimenti, è chiaro che in ottica macroeconomica, un riequilibrio del risparmio, qualche risultato in termine di occupazione e crescita dei consumi potremmo ottenerlo. Tassare fortemente banche e compagnie energetiche, oltre alle multinazionali del web, ed utilizzare tali risorse con misure mirate per un sostegno all’occupazione e ai redditi minori – riportando così capacità di spesa nella maggioranza di tutti noi – avrebbe certamente un impatto moltiplicatore sulla domanda interna e di conseguenza sul nostro Pil. E’ chiaro però, che per evitare un ritorno in tempi brevissimi alla situazione attuale, il governo dovrebbe immediatamente eliminare tutte quelle condizioni che hanno permesso a questi soggetti di spadroneggiare nel saccheggio del paese. Un tetto al prezzo dell’energia e al costo del denaro sono indispensabili per rendere moralmente più accettabili i profitti di questi settori per i quali i governanti da sempre hanno, non uno ma due occhi di riguardo.

Un azione preventiva da parte del governo, sarebbe certamente migliore rispetto a quanto avviene attualmente, dove i governi consentono a questo agglomerato di “Potere” monopolistico, di riempire le proprie casse per poi lottare contro le lobbies stesse per potere restituire l’equivalente di una elemosina agli italiani.

“Prendere ai ricchi per dare ai poveri”, in quello che è un “giochino a somma zero”, non è certo la ricetta tipo consigliata dalla Modern Monetary Theory (MMT), per far riprendere velocemente aria alla nostra economia. Primo, perché, come realtà ci insegna, è alquanto difficile per i governanti far digerire alle stesse classi elitarie che li ordinano l’onere fiscale in questione; secondo, perché il denaro raccolto tassando i ricchi quasi certamente non sarebbe sufficiente a stabilizzare il sistema economico attuale.

Vorrei che sia chiaro un punto fondamentale: spendere solo quello che si raccoglie con le tasse, ovvero operare in termini di pareggio di bilancio, significa cristallizzare il denaro presente e non crearne di nuovo. E la mancata creazione di denaro, ossia rendere scarsa la moneta, equivale a porre limiti allo sviluppo in un sistema economico come il nostro, guidato appunto dalla moneta.

La cosa sorprendente (ma neanche tanto!), di fronte alla prospettiva che l’attuale esecutivo possa tassare banche e “Signori”, anche gli economisti neoliberisti più “incalliti” presenti nel paese, si accorgono che – come fossero illuminati sulla strada di Damasco – tassare per poter spendere è un gioco a somma zero. Ovvero, prendono coscienza di quello che Warren Mosler e la MMT, sostengono da decenni: all’interno del settore privato non si crea denaro netto ma solo si trasferisce. Il denaro al netto, lo creano solo e soltanto i governi con la spesa in deficit.

E’ l’economista Veronica de Romanis, moglie di uno dei nostri banchieri per eccellenza Lorenzo Bini Smaghi, a salire per prima in cattedra per bloccare sul nascere eventuali colpi di coda del governo indirizzati a colpire fiscalmente sia gli extra profitti che le operazioni buy back (riacquisto azioni proprie). E lo fa dalle colonne del quotidiano che da sempre è voce di quella che è la famiglia elitaria più importante in Italia, gli Agnelli:

“Simili operazioni denotano una visione di politica economica, statica, parziale e quindi fallimentare”

Un giudizio alquanto negativo quello espresso dalla consorte del banchiere fiorentino, che nel suo editoriale per dare ancor più peso propagandistico alla sua posizione, accomuna le tasse sugli extra profitti ai dazi di Trump. Giusto, i dazi sono tasse e le tasse (aggiungo io, ndr), sono tasse per tutti. Solo che, per i sostenitori del pensiero neoliberista, a quanto pare, apprendiamo ora, ci sarebbe una distinzione fra tassare i “Signori” e il popolo.

Quando in questi anni passati, i popoli europei con l’Italia e la Grecia in testa, sono stati massacrati dal fisco, non ho visto la de Romanis ed i suoi compari, intervenire a gamba tesa sui governi di allora, con gli stessi concetti con cui oggi esprime la sua contrarietà ai dazi di Trump e a tassare le banche. Anzi, per anni ha sostenuto il “mantra” dell’austerità espansiva, come se il denaro si auto-creasse da solo dentro il sistema economico, per magia o per quella volontà divina che i neoliberisti identificano nei “mercati”.

Il concetto che la de Romanis esprime alla perfezione nel suo articolo, riguardo all’accertamento contabile che lo spostamento di denaro all’interno del settore privato, è un “gioco a somma zero”, non l’ho visto applicare durante questi anni, quando la stessa ha fortemente perorato la causa che condannava i deficit dello stato. Ma se lo stato non fa deficit, e stante l’odierna consapevolezza che all’interno del settore privato non è possibile moltiplicare i soldi… verrebbe da chiedere alla de Romanis: allora, i soldi da dove arrivano!?

E’ proprio la mancanza di deficit che fa sì che il gioco sia a somma zero!

Quindi, aritmetica contabile vuole che, sia a somma zero anche quando si tassa la maggioranza degli italiani e non solo i “Signori” e le banche!

Certo, con governi che perseguono il pareggio di bilancio, per allontanarsi dallo “zero”, ci sono le banche stesse ed i loro prestiti, oppure i denari provenienti dai deficit dei governi esteri necessari per acquistare le nostre esportazioni, che per ottenerli (o meglio farli ottenere sempre ai soliti noti, ndr), è stato necessario distruggere la domanda interna, indirizzando la curva del grafico dei salari sempre più verso quella parte dell’ascissa che identifica la schiavitù.

Ora, con i dazi di Trump che la stessa de Romanis condanna, le possibilità di stare a zero, aumentano. E allora torniamo sempre al solito punto, il quale prevede la medesima ed unica soluzione: il deficit del governo.

Quindi prendiamo atto che oggi, anche per la de Romanis, le tasse non sono buona cosa per un sistema economico in stato recessivo durevole come il nostro. Addirittura, sempre dalle colonne de La Stampa, si apprende che per l’illustre professore di Economia Pietro Reichlin, “tassare le banche non sarebbe una misura di giustizia sociale”, “si rischia di indebolire l’economia”.

Avete capito! tassare le banche non sarebbe una misura di giustizia sociale, mentre tassare a più non posso chi lavora Sì!

Tassando le banche, sostiene l’economista della Luiss, si rischia di indebolire l’economia mentre deflazionando i salari l’economia va a gonfie vele, verrebbe da chiedergli! visto che in questi anni, ha sostenuto dalle stesse colonne dell’informazione e nei dibattiti pubblici, le politiche di austerità imposte al paese da Monti in poi, volte appunto a distruggere la nostra economia ed il tessuto sociale del paese con l’abbattimento dei consumi interni.

E’ ormai chiaro come certi economisti, fonte di ispirazione primaria dei nostri governanti, abbiano con le loro idee malsane condotto l’Italia e gli italiani oltre la porta del Terzo Mondo, in termine di povertà e precarietà diffusa. E ora, che il barile è vuoto, si svegliano perché chi ci governa non sapendo più che pesci prendere, vede come unica soluzione, quella di poter attingere dalle tasche di coloro per i cui interessi di accumulo operano da decenni.

Purtroppo nonostante la verità in materia di economia sia sotto gli occhi di tutti e persino come abbiamo visto, anche gli economisti più allineati al sistema di Potere che guida il paese, siano costretti ad ammettere certe verità, i governanti continuano a far finta di niente. Il rigore di bilancio continua ad essere il Santo Graal che guida le politiche economiche anche del governo attuale e di uscire dalle ferree regole che guidano il Patto di Stabilità, proprio non se ne parla.

Con i dazi di Trump in arrivo e l’imponente aumento di spesa militare richiesto dal rinvigorito spirito guerrafondaio dentro le famiglie elitarie europee, prepariamoci ad ulteriori tagli alla spesa per i servizi offerti dallo stato, con annesso aumento della pressione fiscale.

Tanto, statene certi, banche e monopoli dell’energia, più che con una elemosina non contribuiranno!

PS: elemosina che recupereranno a stretto giro di posta sulle prossime bollette!

di Megas Alexandros

FONTE: https://megasalexandros.it/se-le-tasse-colpiscono-banche-e-signori-allora-indeboliscono-il-sistema-economico-il-moralismo-su-misura-dei-neoliberisti/

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